Orsigna: Lavacchini-PedataDiavolo-Rif. Montanaro-Gennaio-Cancellino-Forestale Segavecchia-Passo del lupo-Porta Franca
near Valdi, Toscana (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Cronaca di un lungo viaggio iniziato da un microscopico borgo affacciato su una amena valletta con un non proprio esiguo torrentello, tre casettine dai tetti aguzzi e un bel fontanile dedicato a San Camillo. Qualcuno potrebbe pensare: "Perdindirindina ... è Rio Bo!". No! si chiama Lavacchini e si trova nel cuore della splendida valle dell'Orsigna.
Il viaggio comincia sci ai piedi appena guadato l'Orsigna e saliti i pochi scalini della scaletta in ferro che, superando uno scuro e viscido roccione, permette di accedere al CAI 253. Dopo la scaletta comincia una splendida ed erta salita tutta sci ai piedi fino alla Pedata del Diavolo. Poi, attraverso una maestosa faggetta d'alto fusto, fino al rifugio Montanaro. Quindi, passando per il Poggio dei Malandrini e per il Poggio delle Ignude (basta questa prima sfilza di toponimi per far venire voglia di andare a curiosare in questa magica valle), si guadagna sempre sci ai piedi (meglio con i rampant sui crinali induriti dal vento) la vetta del Gennaio.
Il viaggio prosegue nel suo versante Nord con bella sciata su neve dura non ghiacciata. Poi lunga traversata fino al passo del Cancellino da cui si imbocca il sentiero Cai per il Segavecchia che con uno scosceso (a volte scoscesissimo) traverso taglia a mezza costa la lunga spalla boscosa che conduce al Monte Grossi. Giunto presso la sella del Monte Grossi, poco prima che il sentiero viri decisamente verso nord per scendere al Segavecchia, io ho virato a SudEst (fuori traccia in una bella e rada faggeta d'alto fusto) per andare a incrociare la forestale che sale dal Segavecchia intercettandola circa a metà tra il rifugio e il passo del Lupo.
Ripello e armato di calma e pazienza attacco la lunga e regolare salita fino al passo del Lupo. Da qui la salita prosegue fino al passo Porta Franca dove finalmente si comincia decisamente a scendere, tranne un tratto semipianeggiante, all'inizio della strada forestale, dove c'è da spingere. Infine, quasi al tramonto, comincio a scendere sci ai piedi la lunghissima e bella pista della forestale che mi riporta al borgo di Lavacchini.
Unico neo:
sul sentiero Cai111, nel tratto Bivio Cai105-Porta Franca, ho dovuto togliere gli sci per una ventina di metri, per attraversare un colatoio ripido dove si era fomata una crosta dura per lo scivolamento a valle di neve depositatasi sulle rocce soprastanti. La crosta era piuttosto cedevole per cui non sono stati necessari i ramponi (traversato faccia a monte).
Suggerimento:
per eventuali ripetizioni del percorso con innevamento analogo a quello attuale consiglio di tenersi leggermente più alti (rispetto alla traccia riportata qui) nell'ultimo tratto di discesa dalla sella del Monti Grossi alla forestale del Segavecchia. Poco prima del ponticello sulla forestale io ho dovuto guadare con difficolta un solco torrentizio con bordi innevati alti. Tenendo una traccia leggermente più alta (sarebbe bastato una decina di metri) avrei incrociato il solco torrentizio dove il pendio era meno ripido e la copertura nevosa più continua, tali da permettere di passare scivolando senza ravanare.
Alternative:
il giro completo è impegnativo per la lunghezza e il dislivello, soprattutto se da tracciare ex novo. A chi volesse fare un giro più soft e prendersi il meglio consiglio di chiudere l'anello scendendo dal Gennaio verso Nord seguendo più o meno i sentieri CAI e ricollegarsi direttamente al passo della Porta Franca. Alternativa un po' più piccante: dalla vetta del Gennaio scendere diretttamente verso la fonte dell'Uccelliera seguendo il canalone orientato ESE che si attacca dalla sella tra la vetta e la antecima NNE. Variante di rientro, non testata e da tenere in considerazione con innevamento un po' più corposo di quello attuale a causa del fondo più "naturale": dal Passo del Lupo rientrare all'Orsigna per il CAI 5 che a parte qualche breve saliscendi dovrebbe essere in larga parte sciabile.
LastButNotLeast:
non sto a sottolineare i rischi di scariche, valanghe e ghiaccio perché sono presenti sempre e dappertutto. Per chi decide di fare questa attività questi rischi sono da tenere in considerazione e da valutare giorno per giorno, anzi minuto per minuto, perché appena il sole gira e il pendio cambia orientamento anche le condizioni mutano, a volte anche di tanto in pochissimi metri. Per farla breve: antenne dritte sempre e dovunque !
Il viaggio comincia sci ai piedi appena guadato l'Orsigna e saliti i pochi scalini della scaletta in ferro che, superando uno scuro e viscido roccione, permette di accedere al CAI 253. Dopo la scaletta comincia una splendida ed erta salita tutta sci ai piedi fino alla Pedata del Diavolo. Poi, attraverso una maestosa faggetta d'alto fusto, fino al rifugio Montanaro. Quindi, passando per il Poggio dei Malandrini e per il Poggio delle Ignude (basta questa prima sfilza di toponimi per far venire voglia di andare a curiosare in questa magica valle), si guadagna sempre sci ai piedi (meglio con i rampant sui crinali induriti dal vento) la vetta del Gennaio.
Il viaggio prosegue nel suo versante Nord con bella sciata su neve dura non ghiacciata. Poi lunga traversata fino al passo del Cancellino da cui si imbocca il sentiero Cai per il Segavecchia che con uno scosceso (a volte scoscesissimo) traverso taglia a mezza costa la lunga spalla boscosa che conduce al Monte Grossi. Giunto presso la sella del Monte Grossi, poco prima che il sentiero viri decisamente verso nord per scendere al Segavecchia, io ho virato a SudEst (fuori traccia in una bella e rada faggeta d'alto fusto) per andare a incrociare la forestale che sale dal Segavecchia intercettandola circa a metà tra il rifugio e il passo del Lupo.
Ripello e armato di calma e pazienza attacco la lunga e regolare salita fino al passo del Lupo. Da qui la salita prosegue fino al passo Porta Franca dove finalmente si comincia decisamente a scendere, tranne un tratto semipianeggiante, all'inizio della strada forestale, dove c'è da spingere. Infine, quasi al tramonto, comincio a scendere sci ai piedi la lunghissima e bella pista della forestale che mi riporta al borgo di Lavacchini.
Unico neo:
sul sentiero Cai111, nel tratto Bivio Cai105-Porta Franca, ho dovuto togliere gli sci per una ventina di metri, per attraversare un colatoio ripido dove si era fomata una crosta dura per lo scivolamento a valle di neve depositatasi sulle rocce soprastanti. La crosta era piuttosto cedevole per cui non sono stati necessari i ramponi (traversato faccia a monte).
Suggerimento:
per eventuali ripetizioni del percorso con innevamento analogo a quello attuale consiglio di tenersi leggermente più alti (rispetto alla traccia riportata qui) nell'ultimo tratto di discesa dalla sella del Monti Grossi alla forestale del Segavecchia. Poco prima del ponticello sulla forestale io ho dovuto guadare con difficolta un solco torrentizio con bordi innevati alti. Tenendo una traccia leggermente più alta (sarebbe bastato una decina di metri) avrei incrociato il solco torrentizio dove il pendio era meno ripido e la copertura nevosa più continua, tali da permettere di passare scivolando senza ravanare.
Alternative:
il giro completo è impegnativo per la lunghezza e il dislivello, soprattutto se da tracciare ex novo. A chi volesse fare un giro più soft e prendersi il meglio consiglio di chiudere l'anello scendendo dal Gennaio verso Nord seguendo più o meno i sentieri CAI e ricollegarsi direttamente al passo della Porta Franca. Alternativa un po' più piccante: dalla vetta del Gennaio scendere diretttamente verso la fonte dell'Uccelliera seguendo il canalone orientato ESE che si attacca dalla sella tra la vetta e la antecima NNE. Variante di rientro, non testata e da tenere in considerazione con innevamento un po' più corposo di quello attuale a causa del fondo più "naturale": dal Passo del Lupo rientrare all'Orsigna per il CAI 5 che a parte qualche breve saliscendi dovrebbe essere in larga parte sciabile.
LastButNotLeast:
non sto a sottolineare i rischi di scariche, valanghe e ghiaccio perché sono presenti sempre e dappertutto. Per chi decide di fare questa attività questi rischi sono da tenere in considerazione e da valutare giorno per giorno, anzi minuto per minuto, perché appena il sole gira e il pendio cambia orientamento anche le condizioni mutano, a volte anche di tanto in pochissimi metri. Per farla breve: antenne dritte sempre e dovunque !
Waypoints
Door
2,851 ft
Scaletta in ferro che permette di superare un gradone di rocce scivolose subito dopo il guado all'attacco del Cai 253
Comments (2)
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Grande robe sei un motore a reazione!
una cammellata con tanto dislivello e sviluppo ma soprattutto un gran bel giro quasi un viaggio breeeeev rob.