Monte Ponta Zoppè di Cadore Rif. Venezia malga Rutorto. Anello epico
near Soccampo, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Ci sono delle uscite che si possono definire epiche. Questa è una di quelle.
Per la difficoltà del percorso, ma, ancora prima, per l'originalità dello stesso e per la bellezza assoluta di ciò che si incontra.
Si parte da Forno di Zoldo e ci si porta all'abitato di Casal (più possibilità, la nostra è una ma vedete voi)
Da Casal si segue via Monte Ponta che ci conduce ad una sterrata che seguiremo a lungo, con pendenze abbastanza accentuate (ma mai oltre il 20%).
Ad un certo punto la sterrata lascia il passo ad un sentiero (che è al centro di una vecchia strada militare, attualmente non riattata, peccato davvero) che seguiremo praticamente fino alla vetta del monte Ponta. Il tragitto è pedalabile integralmente, ad eccezzione di qualche tornantino sotto la cima dove bisogna per forza scendere, ma niente di che davvero.
Dalla vetta panorama straordinaro a 360° con in primo piano il mitico Pelmo.
Foto con la mitragliatrice e poi iniziamo a scendere per cresta (un minimo di attenzione) per, quasi subito, adentrarci nel bosco. Traccia sempre evidente. Si scende verso la "Forzela". Alcuni tratti di s4, quindi per esperti. Fattibili anche con bici accompagnata. Ma da non sottovalutare (in particolare con terreno bagnato).
Si arriva alla Forzela e si prosegue verso il Col Nero, con una trentina di metri di risalita abbastanza tosta , ma nessun problema, eventualmente, a spingere.
Di nuovo giù fino a forcella Tamai. Qui abbiamo tentato la discesa per il cai 497 fin da subito, tentativo abortito, con rientro nella sterrata. All'altezza delle uniche costruzioi che trovate sulla dx, si esce a sx per chiare indicazioni del 497. Lo si segue per bel st abbastanza tecnico, fino al torrente. Lo si passa per passerella malmessa ma sufficientemente robusta, per iniziare un piccolo calvario dove dovremo spingere. Niente di impossibile, ma un'erbaccia da 80 cm... Davvero non capisco come la amministrazione locale non riesca a dedicare 4 ore di decespugliatore per sistemare la bella traccia (ma sommersa).
Comunque arriviamo alla chiesetta di Zoppè. Qui seguiamo la classica strada che ci porterà al rifugio Venezia. Ci si arriva in sella grazie ad un intervento che ha costruito una sterrata al posto del vecchio e malmesso sentiero (per chi c'è già stato sa quanto fango si pestava da quelle parti). Intervento perfettamente integrato nell'ambiente e che da la possibilità ai gestori di raggiungere in sicurezza la loro struttura.
Pausa all'Albamaria De Luca.
Si scende fino al bivio con la malga Rutorto. Si va a dx verso la malga.
Appena sopra, nesssuna indicazione di nessun genere, ma tracce al suolo, si va a sx e si segue una vecchia mulattiera. essa sbuca sul 471 che, seguito sulla dx, ci porterà a Zoppè (st abbastanza tecnico in alcuni punti).
Da Zoppè super discesa asfaltata fino a chiudere l'anello.
Una sola parola: stupendo.
Per la difficoltà del percorso, ma, ancora prima, per l'originalità dello stesso e per la bellezza assoluta di ciò che si incontra.
Si parte da Forno di Zoldo e ci si porta all'abitato di Casal (più possibilità, la nostra è una ma vedete voi)
Da Casal si segue via Monte Ponta che ci conduce ad una sterrata che seguiremo a lungo, con pendenze abbastanza accentuate (ma mai oltre il 20%).
Ad un certo punto la sterrata lascia il passo ad un sentiero (che è al centro di una vecchia strada militare, attualmente non riattata, peccato davvero) che seguiremo praticamente fino alla vetta del monte Ponta. Il tragitto è pedalabile integralmente, ad eccezzione di qualche tornantino sotto la cima dove bisogna per forza scendere, ma niente di che davvero.
Dalla vetta panorama straordinaro a 360° con in primo piano il mitico Pelmo.
Foto con la mitragliatrice e poi iniziamo a scendere per cresta (un minimo di attenzione) per, quasi subito, adentrarci nel bosco. Traccia sempre evidente. Si scende verso la "Forzela". Alcuni tratti di s4, quindi per esperti. Fattibili anche con bici accompagnata. Ma da non sottovalutare (in particolare con terreno bagnato).
Si arriva alla Forzela e si prosegue verso il Col Nero, con una trentina di metri di risalita abbastanza tosta , ma nessun problema, eventualmente, a spingere.
Di nuovo giù fino a forcella Tamai. Qui abbiamo tentato la discesa per il cai 497 fin da subito, tentativo abortito, con rientro nella sterrata. All'altezza delle uniche costruzioi che trovate sulla dx, si esce a sx per chiare indicazioni del 497. Lo si segue per bel st abbastanza tecnico, fino al torrente. Lo si passa per passerella malmessa ma sufficientemente robusta, per iniziare un piccolo calvario dove dovremo spingere. Niente di impossibile, ma un'erbaccia da 80 cm... Davvero non capisco come la amministrazione locale non riesca a dedicare 4 ore di decespugliatore per sistemare la bella traccia (ma sommersa).
Comunque arriviamo alla chiesetta di Zoppè. Qui seguiamo la classica strada che ci porterà al rifugio Venezia. Ci si arriva in sella grazie ad un intervento che ha costruito una sterrata al posto del vecchio e malmesso sentiero (per chi c'è già stato sa quanto fango si pestava da quelle parti). Intervento perfettamente integrato nell'ambiente e che da la possibilità ai gestori di raggiungere in sicurezza la loro struttura.
Pausa all'Albamaria De Luca.
Si scende fino al bivio con la malga Rutorto. Si va a dx verso la malga.
Appena sopra, nesssuna indicazione di nessun genere, ma tracce al suolo, si va a sx e si segue una vecchia mulattiera. essa sbuca sul 471 che, seguito sulla dx, ci porterà a Zoppè (st abbastanza tecnico in alcuni punti).
Da Zoppè super discesa asfaltata fino a chiudere l'anello.
Una sola parola: stupendo.
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