737 CAMPIGLIA MONESTEROLI FÒSSOLA
near Campiglia, Liguria (Italia)
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Itinerary description
Oggi si parcheggia a Campiglia, in provincia di La Spezia, nel parco nazionale delle 5 terre. Da La Spezia si prosegue verso Portovenere e poi si prendono le indicazioni a destra per Campiglia. Dal centro della frazione comincia il giro ad anello su sentiero biancorosso cai 535 con indicazione Fossola. Ad un bivio non indicato manteniamoci a destra, in quota, e andiamo verso la fontana dei tritoni. Da qui si seguono le indicazioni per Montesteroli. Il sentiero diviene il 536 e ripidamente su gradini ci porta alle case a strapiombo sul mare. L'accesso al mare è vietato e difficoltoso. Torniamo poi sui nostri passi fino al bivio a sinistra sul 535 nuovamente verso Fossola. Arrivati a Fossola su sentiero molto panoramico in saliscendi, saliamo poi al parcheggio auto e continuiamo in salita verso Sant'Antonio su sentiero 534. Alla chiesetta di Sant'Antonio c'è un punto ristoro. Proseguiamo su sentiero AV5T e scendiamo a Campiglia. Fine del nostro bel giro.
da wikipedia
Monesteroli è una località situata a ovest di Campiglia Tramonti, nel comune di La Spezia. Si trova nel Parco nazionale delle Cinque Terre ed è la frazione meno turisticizzata di esso, inoltre conta 2 abitanti.
Ci si arriva in barca oppure tramite la "Scalinata di Monesteroli",[2] più di 1100 scalini tutti in pietra, senza ringhiera, su una ripida discesa. Monesteroli è tra I Luoghi del Cuore del FAI.[3]
Il vecchio borgo (data la superficie cadente su cui si trovava) è adesso completamente disabitato a parte una casa che si trova più verso la vetta della montagnola.
La scalinata è stata restaurata nel 2022.[4]
Campiglia è un borgo, frazione del comune della Spezia, situato a 405 mslm sul crinale di colline che chiudono a occidente il golfo spezzino.
È inoltre all'interno del sito UNESCO Porto Venere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto).
Il borgo gode di un doppio panorama: da un lato offre scorci panoramici che si spingono oltre la zona orientale del golfo, fino alle Alpi Apuane e la costa toscana; dall'altro, prossimo alle Cinque Terre, la vista si estende dalle scogliere sino all'orizzonte del mare aperto[2].
Il territorio di questa frazione in direzione di Porto Venere è collegato da numerosi sentieri alle vicine frazioni di Persico e Navone. Verso il mare si estende fino alle rocce di Albana (dette le Rosse, scogliere particolarmente ricche di ossido di ferro grazie al quale assumono la suggestiva colorazione rosso intenso) e a quelle del Muzzerone (dette le Nere per l'affioramento superficiale di ardesia).
Indice
1 Storia
2 La Chiesa di Santa Caterina
3 Altri edifici
4 Economia
5 Amphiòrama
6 Note
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Storia
Menhir del Diavolo
Tramonti
Campiglia conserva depositi preistorici nella limitrofa località di Castellana.
Il menhir di Tramonti, grande pietra appena sbozzata dalla cima tondeggiante, fu scoperto dallo storico spezzino Ubaldo Mazzini intorno al 1920 sul Monte della Madonna nella contigua località di Tramonti di Biassa.[3]
Probabile insediamento preromano, il luogo di Campiglia fu forse anche saltuario approdo di naviganti fenici e greci.
Il toponimo - di origine latina (campilia) - ha il significato di terre di proprietà comune destinate a coltivi ed è menzionato in diversi atti storici.
Il nucleo più antico del borgo nasce nell'alto medioevo, tra il monte Castellana e il monte Coregna ( da cui anche il termine di Tramonti), costituito da nuclei di famiglie che vi cercano rifugio al sicuro dalle razzie saracene.
Da questi primi insediamenti ha inizio anche il secolare e paziente lavoro di adattamento a cultura dei fianchi rivolti al mare dei due monti, sull'esempio delle analoghe tecniche di coltura adottate dai Benedettini della vicina Abbazia del Tino.
La più antica citazione di Campiglia si trova in un atto dell'imperatore e re d'Italia Ottone II che porta la data del 18 luglio dell'anno 981 (etiam Campilia cum piscatione et venatione sua). L'atto è riportato nel Regesto del Codice Pelavicino pubblicato nel 1912 negli Atti della Società Ligure di Storia Patria di Genova.
Il 29 luglio del 1185 il castello di Campiglia (Castrum Campiliae) è riconosciuto da Federico Barbarossa come proprietà del Vescovo di Luni.
Il castello è citato ancora nel febbraio 1191 dall’imperatore Enrico VI che riconferma al vescovo di Luni la sua protezione sulle terre.
Il potere vescovile su Campiglia decadde probabilmente nel corso del XIII secolo quando queste terre divennero dominio di Genova.
Nel luglio 1231 Papa Gregorio IX attribuisce all'Abbazia di San Venerio dell'Isola del Tino la metà delle decime di Campiglia.
Quasi un secolo dopo nel paese viene costruita la chiesa di Santa Caterina come dipendente dalla chiesa plebana di Marinasco.
La Chiesa di Santa Caterina
Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire
A Santa Caterina di Alessandria, patrona di Campiglia, è dedicata la chiesa nella piazza del paese.
La chiesa fu costruita come piccolo oratorio nell'anno 1326. Più tardi, nel XVI secolo forse per iniziativa dei marchesi di Carpena, la cappella fu ingrandita alle dimensioni attuali.
La semplice facciata è a capanna, con un piccolo occhio strombato e due finestre rettangolari ai lati del semplice portale di accesso. Un secondo portale laterale è sormontato da un architrave barocco in marmo.
Il bell'altare maggiore, con le colonne in marmo portoro ed i capitelli in marmo lunense, risale al 1640 ed espone un rilievo dedicato alla Santa martire, datato 1540 e incluso in un dipinto (l'Annunciazione con i Santi Caterina, Giovanni Battista e Martino) attribuito al Carpenino.
Su una parete della navata è un affresco con la scena del Battesimo di Gesù (restaurato nel XX secolo per commissione di Anna Sturlese).
Il poderoso campanile in pietra arenaria è stato iniziato nel 1883 (come testimonia l'incisione sulla porta di entrata) e portato a termine nel 1888 (incisione sul muro a lato della campana frontale).
Dalla panoramica piazza della chiesa si diramano i principali percorsi di escursione verso Porto Venere, le Cinque Terre, le località di Tramonti, Schiara, la fontana di Nozzano e Monasteròli.
Altri edifici
Mulino a vento
Il castello di Campiglia era stato fatto costruire dai vescovi di Luni, probabilmente nell'XI secolo, allo scopo di fortificare il territorio posto sotto la loro giurisdizione, sia per difenderlo dalle razzie saracene, che dall'invadenza dei Malaspina e della Repubblica di Genova.
Gli storici, nell'approfondimento della storia della località, riferiscono che il castello di Campiglia fu riconosciuto dall'imperatore Federico Barbarossa (1185) quale possedimento del vescovo di Luni e definito dominante il golfo della Spezia e anche castello di Campiglia sopra Porto Venere.
Altra analoga conferma risale al 1191. Le citazioni imperiali, nella definizione logistica e consequenziale del territorio, riferiscono della prossimità del Castrum Campiliae e della Curtem Cararie (l'attuale Carrara).
Il Castello di Campiglia oggi non esiste più, ma ha lasciato il suo ricordo nel nome del luogo in cui sorgeva. Nel rione del Castello troviamo anche l’antica piccola chiesa in pietra, oggi sconsacrata al culto.
Poco fuori dell'abitato è un mulino a vento del XVII secolo, caratterizzato da una scala esterna di pietra e dalla copertura a cupola del piano terra.
da wikipedia
Monesteroli è una località situata a ovest di Campiglia Tramonti, nel comune di La Spezia. Si trova nel Parco nazionale delle Cinque Terre ed è la frazione meno turisticizzata di esso, inoltre conta 2 abitanti.
Ci si arriva in barca oppure tramite la "Scalinata di Monesteroli",[2] più di 1100 scalini tutti in pietra, senza ringhiera, su una ripida discesa. Monesteroli è tra I Luoghi del Cuore del FAI.[3]
Il vecchio borgo (data la superficie cadente su cui si trovava) è adesso completamente disabitato a parte una casa che si trova più verso la vetta della montagnola.
La scalinata è stata restaurata nel 2022.[4]
Campiglia è un borgo, frazione del comune della Spezia, situato a 405 mslm sul crinale di colline che chiudono a occidente il golfo spezzino.
È inoltre all'interno del sito UNESCO Porto Venere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto).
Il borgo gode di un doppio panorama: da un lato offre scorci panoramici che si spingono oltre la zona orientale del golfo, fino alle Alpi Apuane e la costa toscana; dall'altro, prossimo alle Cinque Terre, la vista si estende dalle scogliere sino all'orizzonte del mare aperto[2].
Il territorio di questa frazione in direzione di Porto Venere è collegato da numerosi sentieri alle vicine frazioni di Persico e Navone. Verso il mare si estende fino alle rocce di Albana (dette le Rosse, scogliere particolarmente ricche di ossido di ferro grazie al quale assumono la suggestiva colorazione rosso intenso) e a quelle del Muzzerone (dette le Nere per l'affioramento superficiale di ardesia).
Indice
1 Storia
2 La Chiesa di Santa Caterina
3 Altri edifici
4 Economia
5 Amphiòrama
6 Note
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Storia
Menhir del Diavolo
Tramonti
Campiglia conserva depositi preistorici nella limitrofa località di Castellana.
Il menhir di Tramonti, grande pietra appena sbozzata dalla cima tondeggiante, fu scoperto dallo storico spezzino Ubaldo Mazzini intorno al 1920 sul Monte della Madonna nella contigua località di Tramonti di Biassa.[3]
Probabile insediamento preromano, il luogo di Campiglia fu forse anche saltuario approdo di naviganti fenici e greci.
Il toponimo - di origine latina (campilia) - ha il significato di terre di proprietà comune destinate a coltivi ed è menzionato in diversi atti storici.
Il nucleo più antico del borgo nasce nell'alto medioevo, tra il monte Castellana e il monte Coregna ( da cui anche il termine di Tramonti), costituito da nuclei di famiglie che vi cercano rifugio al sicuro dalle razzie saracene.
Da questi primi insediamenti ha inizio anche il secolare e paziente lavoro di adattamento a cultura dei fianchi rivolti al mare dei due monti, sull'esempio delle analoghe tecniche di coltura adottate dai Benedettini della vicina Abbazia del Tino.
La più antica citazione di Campiglia si trova in un atto dell'imperatore e re d'Italia Ottone II che porta la data del 18 luglio dell'anno 981 (etiam Campilia cum piscatione et venatione sua). L'atto è riportato nel Regesto del Codice Pelavicino pubblicato nel 1912 negli Atti della Società Ligure di Storia Patria di Genova.
Il 29 luglio del 1185 il castello di Campiglia (Castrum Campiliae) è riconosciuto da Federico Barbarossa come proprietà del Vescovo di Luni.
Il castello è citato ancora nel febbraio 1191 dall’imperatore Enrico VI che riconferma al vescovo di Luni la sua protezione sulle terre.
Il potere vescovile su Campiglia decadde probabilmente nel corso del XIII secolo quando queste terre divennero dominio di Genova.
Nel luglio 1231 Papa Gregorio IX attribuisce all'Abbazia di San Venerio dell'Isola del Tino la metà delle decime di Campiglia.
Quasi un secolo dopo nel paese viene costruita la chiesa di Santa Caterina come dipendente dalla chiesa plebana di Marinasco.
La Chiesa di Santa Caterina
Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire
A Santa Caterina di Alessandria, patrona di Campiglia, è dedicata la chiesa nella piazza del paese.
La chiesa fu costruita come piccolo oratorio nell'anno 1326. Più tardi, nel XVI secolo forse per iniziativa dei marchesi di Carpena, la cappella fu ingrandita alle dimensioni attuali.
La semplice facciata è a capanna, con un piccolo occhio strombato e due finestre rettangolari ai lati del semplice portale di accesso. Un secondo portale laterale è sormontato da un architrave barocco in marmo.
Il bell'altare maggiore, con le colonne in marmo portoro ed i capitelli in marmo lunense, risale al 1640 ed espone un rilievo dedicato alla Santa martire, datato 1540 e incluso in un dipinto (l'Annunciazione con i Santi Caterina, Giovanni Battista e Martino) attribuito al Carpenino.
Su una parete della navata è un affresco con la scena del Battesimo di Gesù (restaurato nel XX secolo per commissione di Anna Sturlese).
Il poderoso campanile in pietra arenaria è stato iniziato nel 1883 (come testimonia l'incisione sulla porta di entrata) e portato a termine nel 1888 (incisione sul muro a lato della campana frontale).
Dalla panoramica piazza della chiesa si diramano i principali percorsi di escursione verso Porto Venere, le Cinque Terre, le località di Tramonti, Schiara, la fontana di Nozzano e Monasteròli.
Altri edifici
Mulino a vento
Il castello di Campiglia era stato fatto costruire dai vescovi di Luni, probabilmente nell'XI secolo, allo scopo di fortificare il territorio posto sotto la loro giurisdizione, sia per difenderlo dalle razzie saracene, che dall'invadenza dei Malaspina e della Repubblica di Genova.
Gli storici, nell'approfondimento della storia della località, riferiscono che il castello di Campiglia fu riconosciuto dall'imperatore Federico Barbarossa (1185) quale possedimento del vescovo di Luni e definito dominante il golfo della Spezia e anche castello di Campiglia sopra Porto Venere.
Altra analoga conferma risale al 1191. Le citazioni imperiali, nella definizione logistica e consequenziale del territorio, riferiscono della prossimità del Castrum Campiliae e della Curtem Cararie (l'attuale Carrara).
Il Castello di Campiglia oggi non esiste più, ma ha lasciato il suo ricordo nel nome del luogo in cui sorgeva. Nel rione del Castello troviamo anche l’antica piccola chiesa in pietra, oggi sconsacrata al culto.
Poco fuori dell'abitato è un mulino a vento del XVII secolo, caratterizzato da una scala esterna di pietra e dalla copertura a cupola del piano terra.
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Bellissimo giro panoramico da farsi da ottobre a maggio.
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Ottimo percorso fatto oggi. Grazie
A te, mi fa piacere
Complimenti per le indicazioni precise! Lo farò grazie a te
Sono contento