I labirinti della Moiazza
near Chiesa, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Quando, seduti al tavolo del rif. s. Sebastiano, state bevendo una buona e meritata birra, e vi chiedete: sono io che ho cercato i labirinti o sono i labirinti che hanno cercato me... beh... la risposta probabilmente non arriverà mai, ma una cosa è certa, c'è stato un magico incontro. Magico perchè la montagna vi ha permesso di scoprire un suo remoto recesso, di penetrare per un breve momento la sua granitica compattezza. Grazie, montagna, grazie.
L'emozione che avete provato vi accompagnerà per sempre.
Bisogna proprio andare a cercarseli i labirinti della Moiazza, perchè loro sono lassù, non hanno certo bisogno di voi, ma se avete la tenacia e l'umiltà di accostarvicisi, allora si apre una magica porta, un pertugio che vi porta con tre passaggi chiave, sullo splendido e incontaminato plateau alla base del Vant della Moiazza. Ospiti di un ambiente con un atmosfera unica. Lasciatelo come lo avete trovato, camminate in punta di piedi. Solo per gli amanti della montagna.
Il percorso dei labirinti, segnalato solo con ometti, è per esperti. Non andatevi se non lo siete, o se con voi non c'è almeno una persona che possa definirsi tale.
Il passaggio più stretto è veramente stretto e non potrebbe essere superato da persone con corporatura troppo robusta. La fessura misura una trentina di cm ad altezza d'uomo, un po più ampia se vi accovacciate. Tenetelo presente.
Il secondo passaggio è sempre umido e quasi sempre con neve d'accumulo. Non difficile, ma ci vuole un minimo di attenzione.
Il terzo passaggio è una paretina superabile anche grazie a un malconcio larice che ci da una mano. Potrebbe essere necessario un aiuto per le persone più "incerte".
Il resto è un sentiero con diversi saliscendi e un paio di strappi, ma niente di particolarmente impegnativo.
Per esperti è la deviazione dei labirinti, il resto è di media difficoltà.
L'emozione che avete provato vi accompagnerà per sempre.
Bisogna proprio andare a cercarseli i labirinti della Moiazza, perchè loro sono lassù, non hanno certo bisogno di voi, ma se avete la tenacia e l'umiltà di accostarvicisi, allora si apre una magica porta, un pertugio che vi porta con tre passaggi chiave, sullo splendido e incontaminato plateau alla base del Vant della Moiazza. Ospiti di un ambiente con un atmosfera unica. Lasciatelo come lo avete trovato, camminate in punta di piedi. Solo per gli amanti della montagna.
Il percorso dei labirinti, segnalato solo con ometti, è per esperti. Non andatevi se non lo siete, o se con voi non c'è almeno una persona che possa definirsi tale.
Il passaggio più stretto è veramente stretto e non potrebbe essere superato da persone con corporatura troppo robusta. La fessura misura una trentina di cm ad altezza d'uomo, un po più ampia se vi accovacciate. Tenetelo presente.
Il secondo passaggio è sempre umido e quasi sempre con neve d'accumulo. Non difficile, ma ci vuole un minimo di attenzione.
Il terzo passaggio è una paretina superabile anche grazie a un malconcio larice che ci da una mano. Potrebbe essere necessario un aiuto per le persone più "incerte".
Il resto è un sentiero con diversi saliscendi e un paio di strappi, ma niente di particolarmente impegnativo.
Per esperti è la deviazione dei labirinti, il resto è di media difficoltà.
Waypoints
Photo
5,296 ft
Dopo la strada sterrata trovare il cartello con indicazione casera Moiazza
Partiti dal rifugio, alcune indicazioni (paletti) vi fanno salire sulla sx, mentre è evidente una traccia anche a dx che attraversa un luogo in parte paludoso. Prendete la seconda per evitare una decina di mt di dislivello inutile, altrimenti potete seguire le indicazioni, ma raggiunta la sterrata, dovete perdere diversi mt scendendo sulla dx, finché trovate le indicazioni.
Comments (2)
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Più che una relazione questo è un romanzo di Emilio Salgari. Le Dolomiti sorprendenti, con le loro mille forme e possibilità. Grazie Greanes per indicarci questo percorso avventuroso. Appena possibile cercherò il fantastico labirinto della Moiazza, e non dimenticherò di portare con me il filo d'Arianna.
In caso ci siano state piogge i giorni precedenti l'escursione, consiglio di portarsi uno spezzone di corda per darsi sicurezza (anche solo psicologica) nel salto di roccia dentro i labirinti: se è completamente bagnato come l'ho trovato io, scendere (anche se sono solo 2 metri) non è per niente banale.
Il bagnato rende problematico anche il passaggio in salita dove c'è il larice.
Anche qui, trovare il larice e la roccia bagnati (e quindi saponette) aumenta di molto le difficoltà.
Per quanto riguarda la fessura da passare, il problema maggiore ce l'hanno le persone alte con cassa toracica ampia (non necessariamente sovrappeso): la fessura è più stretta in alto per cui se sei alto automaticamente hai la cassa toracica (che ha limitate possibilità di restringersi perché le costole non le puoi comprimere più di tanto) in corrispondenza della parte più stretta della fessura.
Se qualcuno trovasse difficoltà a passare in piedi, penso che l'unica possibilità sia quella di distendersi a terra su un fianco e poi piano piano fare entrare prima le gambe e poi il resto del corpo.
In questo modo si sfrutta la parte più larga della fessura.