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LINEA CADORNA TRAIL XTREME 2018

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Trail stats

Distance
191.64 mi
Elevation gain
35,364 ft
Technical difficulty
Experts only
Elevation loss
35,312 ft
Max elevation
4,419 ft
TrailRank 
51
Min elevation
643 ft
Trail type
One Way
Time
one day 6 hours 50 minutes
Coordinates
6336
Uploaded
August 4, 2018
Recorded
January 2010
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near Maccagno, Lombardia (Italia)

Viewed 2138 times, downloaded 72 times

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Itinerary description

Il Linea Cadorna Trail è un percorso di carattere, dal sapore storico, che unisce le varie postazioni difensive create all’inizio del 1900 per difendere i confini italiani da eventuali attacchi stranieri. Postazioni e piazzole di artiglieria, camminamenti, caverne, fortificazioni, trincee, sentieri e strade militari sono facilmente visitabili.
Il percorso si è sviluppato sui tratti principali e piu’ caratteristici della Linea Cadorna, su e giu’ per le valli della Vallle Veddasca, Valcuvia, Valmarchirolo, Valceresio e del parco del Campo dei Fiori.

Percorsi divertenti e tecnici immersi in una vegetazione ricca e variegata esposti verso panorami mozzafiato sui laghi Ceresio e Maggiore e sulle valli del vicino Canton Ticino.
Il Cadorna Trail non è una gara. E’ un avventura in autonomia in MTB da fare in un’unica soluzione o in tappe di piu’ giorni.
Partenza e arrivo: Maccagno con Pino e Veddasca (VA)
Distanza : 300 Km
Dislivello : 10.000 mt.
Asfalto : 20%
NO Tempo massimo
NO Classifica
NO Ristori
NO Controlli
Mezzo indispensabile: Mountain bike front, full suspended, fat bike. Il percorso prevede alcuni tratti non pedalabili.
LINEA CADORNA è la denominazione ufficiale con la quale oggi si identifica il sistema di fortificazioni costruito lungo il confine italo-svizzero tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, durante il primo conflitto mondiale, nel momento in cui si ebbe timore che, penetrando dai valichi alpini delle Alpi centrali svizzere, le truppe austro-tedesche potessero in breve tempo raggiungere ed occupare i centri nevralgici industriali ed economici del nostro paese.

La costruzione di questa linea, detta “Linea di difesa alla frontiera nord”, fu il compendio di quasi cinquant’anni di studi, progettazioni, ricognizioni, indagini geomorfologiche, pianificazioni strategiche, ricerche tecnologiche.
Con l’attenuarsi dei rapporti di alleanza con Germania ed Austria e l’esplicarsi delle non più tanto celate simpatie germanofile dei superiori apparati militari svizzeri, il governo italiano si trovò a prendere in considerazione la possibilità di una probabile infiltrazione nemica attraverso il confine con la Svizzera.
A partire dal 1911 furono costruiti lo sbarramento di Gravellona Toce (fortificazioni sul Monte Orfano a difesa degli accessi dalla Val d’Ossola e dal Lago Maggiore) e gli appostamenti per artiglieria sui monti Piambello, Scerré, Martica, Campo dei Fiori, Gino e Sighignola.

Lo scoppio della guerra, 23 luglio 1914, e gli avvenimenti successivi tra cui l’invasione del Belgio neutrale e i cambi di alleanze tra le varie potenze europee, accentuarono i dubbi sulla volontà del Governo elvetico di far rispettare la neutralità del proprio territorio.
Con l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria il 24 maggio 1915 e con la prospettata dichiarazione di belligeranza contro la Germania, il generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito dal luglio del 1914, ritenendo fondato il timore di una possibile invasione austro-tedesca, ordinò di avviare i lavori difensivi versa la frontiera svizzera, rendendo esecutivo il progetto di difesa già predisposto.


Il 17 gennaio 1917, mentre continuavano i lavori difensivi, fu istituito il Comando della Occupazione Avanzata Frontiera Nord (OAFN) per sovrintendere i lavori in atto, le forze militari già in loco ed organizzare una prima forma di resistenza. il Comando dell’OAFN venne affidato, fino al maggio 1918, al generale Ettore Mambretti. Nella relazione di congedo Mambretti espone in sintesi la consistenza dei lavori difensivi eseguiti e delle spese sostenute per la loro realizzazione: “Sistemazione difensiva - Si svolge dalla Val d’Ossola alla Cresta orobica, attraverso le alture a sud del Lago di Lugano e con elementi in Val d’Aosta. Comprende 72 km di trinceramenti, 88 appostamenti per batterie, di cui 11 in caverna, mq 25000 di baraccamenti, 296 km di camionabile e 398 di carrarecce o mulattiere. La spesa complessiva sostenuta, tenuto conto dei 15-20000 operai che in media vi furono adibiti, può calcolarsi in circa 104 milioni.” Con la fine della prima guerra mondiale le fortificazioni furono dismesse.

In anni successivi parte di queste strutture furono riutilizzate per le esercitazioni militari e tutte quante inserite poi, negli anni trenta, nel progetto del Vallo Alpino, una immane linea difensiva che avrebbe dovuto rendere inviolabili i 1851 chilometri di confine dello Stato italiano, ma che, in realtà, non giunse mai a compimento.
Anche nel secondo conflitto mondiale la Linea Cadorna non fu mai interessata dalle operazioni belliche, esclusi due tratti, il Monte San Martino (VA) e l’Ossola (VB) e che per breve tempo, 19 settembre-15 novembre 1943 per il San Martino e 12- 21 ottobre 1944 per l’Ossola, furono utilizzati come basi partigiane del Gruppo “Cinque Giornate” agli ordini del ten. col. Carlo Croce e dei partigiani della “Repubblica dell’Ossola”.
Con il 4 aprile 1949 le fortificazioni italiane, non smantellate dal Trattato di pace del febbraio 1947, entrarono a far parte del Patto Atlantico istituito per fronteggiare il blocco sovietico, un piano che vedrà sminuita la sua importanza con la caduta del muro di Berlino, 9 novembre 1989, data con cui si può ritenere conclusa la storia della fortificazione italiana. Per maggiori informazioni: www.centrodocumentale.it/

Descrizione del percorso
La partenza del Linea Cadorna Trail e’ situata nella piazza Valsecchi che si affaccia sul lungolago di Maccagno Superiore.

Maccagno con Pino e Veddasca è una località turistica ricca di attrazioni naturali, culturali e sportive. La millenaria storia di Maccagno, uno dei primi luoghi abitati del Verbano, ha lasciato poche, ma indicative, tracce nel tessuto urbano. Occorre ricordare che sino alla fine dell’Ottocento, il paese era raggiungibile solo per via lacustre o a piedi per mulattiere. Caratteristico il borgo medievale dalle case addossate in viuzze, su quale spicca il piccolo santuario della Madonnina della Punta.
La prima parte del percorso si inerpica lungo i sentieri della Val Veddasca attraversando i caratteristici borghi di Veddo, Campagnano e Garabiolo che offrono un bel panorama sul Lago Maggiore. A Campagnano, sul lato della chiesa di San Martino e’ presenta una meridiana tra le piu’ grandi d’Italia.
Da Garabiolo fino al Passo della Forcola, i sentieri si addentrano nei boschi della Val Casmera e Val Molinera, e in alcuni tratti le pendenze fanno mettere il piede a terra. Al passo della Forcola si trova il rifugio la Sciovia per una sosta ristoratrice. Proseguendo verso nord, il borgo con baite in sasso offre una fontana di acqua fresca che si trova anche nella localita’ Cangili poco piu’ a valle. Giunti a Biegno si prosegue per Armio per poi scendere su una bella sterrata a Piero da dove parte la funivia per il paese di Monteviasco raggiungibile solo con questo mezzo o a piedi. Il trail invece prosegue per Curiglia per arrivare con una ripida salita su asfalto (tratti misurati al 30%) alla spettacolare localita’ de l’Alpone ai piedi del Monte Lema.

Da Madonna della Guardia lo sterrato che porta al rifugio Campiglio dotato di camere e di ristorante per chi desidera riposarsi godendo di una vista fantastica sul Lago Maggiore. Poco piu’ a valle si attraversa l’azienda agricola il Roccolo, agriturismo con 12 posti letto e ristorazione. Una lunga discesa fino a Due Cossani poi i single tracks portano a Dumenza prima e Longhirolo. Qui parte un anello in senso orario che porta il percorso sul Monte Bedea dove si trovano le prime postazioni della Linea Cadorna. La prima parte della ripida discesa riporta a Longhirolo per proseguire poi fino a Creva nella valle del fiume Tresa. A questo punto si contano 70 km.
Il trail prosegue costeggiando il fiume e alla fine del bacino formato dalla diga, a destra si sale per un tratto ripido verso la localita’ Biviglione, frazione sopra Luino. Passato il piccolo borgo si scende a Cremenaga, qui si passa la frontiera e si entra in Svizzera per seguire il single track che costeggia il fiume. Giunti a Ponte Tresa, si ritorna in Italia e si prosegue a sinistra in direzione Porto Ceresio. A Lavena si ricomincia a salire sulla sterrata protetta da trincee che porta ad Ardena. Da qui si sale a Marzio su asfalto, in paese si trova una fontana per rifornirsi di acqua fresca.
Questa e’ una zona molto panoramica e i sentieri portano a diversi balconi con vista sul lago Ceresio occidentale e il vicino Canton Ticino.

Si scende dunque fino a Porto Ceresio da qui parte in pianura un tratto del percorso cross country che ci portera’ a Piamo superiore da dove inizia la lunga ascesa al Monte Pravello. I sentieri sono ripidi ma pedalabili. Su questo massiccio le fortificazioni sono molto evidenti e ben conservate. Il trail passa attraverso una lunga galleria non illuminata dove si trova un cannone dell’epoca. Le fortificazioni che seguono sono molto suggestive e il percorso e’ sviluppato proprio per visitarle pedalando. Ancora qualche centinaio di metri in salita e si giunge sulla cima del Monte Pravello riconoscibile per la targa che delimita il confine con la Svizzera.

Da qui, con la bici in spalla, si scende per un sentiero molto stretto e ripido fino al bivio di Albero di Sella. Ci si dirige a destra per la bocca dei 2 Bar. Il sentiero e’ largo ed invoglia a lasciare correre la bici ma gli affilati ciotoli di calcare rendono instabile e pericolosa la discesa. L’anello del Monte Grumello consente la visita di trincee ben conservate nelle quali si dovra’ passare con le bici. I sentieri sterrati portano a Ca’ del Monte per poi scendere in paese a Porto Ceresio. E’ ora di passare dall’altra parte della valle per attaccare la salita che ci portera’ al Monte Piambello attraverso le localita’ di Cuasso al Piano, Cavagnano, l’ospedale di Cuasso al Monte e la bocchetta dei Frati.
Una deviazione di poche centinaia di metri ci porta sulla cima del Monte Piambello che si raggiunge per visitare i resti dell’osservatorio, che domina dall’alto il Canton Ticino e il paese di Marzio. Da qui si prosegue in discesa per giungere nei pressi di Boarezzo, borgo che domina la Valganna famoso per i dipinti che ornano le case. Sempre in discesa si prosegue per l’Alpe dei Fiori fino a Cugliate. La salita verso il Monte Sette Termini e’ in asfalto fino all’incrocio per San Paolo – Monte la Nave per raggiungere il quale si svolta a sinistra per la salita sterrata, qui troviamo imponenti postazioni di artiglieria. Arrivati in cima vale la pena fermarsi per scovare, nascoste nella natura, gli ingressi dell’osservatorio. Dalle feritoie si domina la valle del Tresa ed il Canton Ticino. Il sentiero in discesa porta alla chiesetta di San Paolo, magnifico balcone sulla valle di Marchirolo.

Proseguendo per la bocca di Nogh e poi per l’Alpe Cognola, il largo sentiero e’ fortificato da lunghe trincee. A Pian della Nave si sale per ca 500 metri verso il passo Sette Termini ma poi si svolta a destra per prendere un lungo sentiero sterrato ricco di postazioni e trincee che porta al villaggio Bolle da dove si risale su asfalto fino al terzo tornante per prendere il sentiero che porta a Bonera. Seguendo il sentiero 3V in discesa, si giunge in localita’ Cucco sulla sponda del fiume Malgorabbia che solca la Valcuvia.
La ciclabile Luino-Laveno passa a lato del centro commerciale di Mesenzana, utile per eventuali rifornimenti. Nei pressi della Cascina Spera, si devia verso la statale per poi salire al paese di Cassano Valcuvia, sede del centro documentale Frontiera Nord Linea Cadorna. Vale sicuramente la pena visitare il centro e soprattutto le fortificazioni che si trovano sulla collinetta che sovrasta il paese presso la chiesa di San Giuseppe.

Si torna quindi a valle per proseguire sulla ciclabile direzione Ferrera, località famosa per le sue cascate che s’incontrano sul percorso. Passato il centro di Ferrera, sempre in salita si prosegue sulla ciclabile per Cunardo. Si passa davanti alla Baita del Fondista per prendere i sentieri innevati d’inverno per la pista di sci di fondo direzione Ghirla. La pista ciclabile sulla sponda ovest del lago consente di evitare la statale molto trafficata. Giunti alla Badia di Ganna, si prosegue in salita verso Mondonico. Una discesa sterrata molto divertente passa a fianco delle fortificazioni del Monte Scerre’ per giungere a Bedero Valcuvia. Da qui parte una confortevole pista sterrata in direzione Valganna che culminerà dopo circa 9 km e a Induno Olona.

Per raggiungere la località di Bregazzana, è necessario prendere la statale della Valcuvia e, giunti all’altezza della prima galleria, attraversare la strada (FACENDO MOLTA ATTENZIONE) e prendere la strada asfaltata che costeggia il birrificio Poretti. Dopo quattro tornanti inizia la lunga salita al Monte Martica. In cima sono presenti i resti dell’osservatorio, da qui. per scendere a Brinzio il sentiero nella parte iniziale e’ molto ripido e in parte disassato, fate attenzione e non esitate a scendere di sella.

Da Brinzio si torna verso Varese passando da Rasa sui sentieri che portano all’inizio della salita al Campo dei Fiori. Questa montagna e’ il baluardo delle prealpi Varesine, dalla cima si gode di una vista che abbraccia quasi a 360˚ le Alpi, la pianura padana gli appennini ed i laghi prealpini. La famosa via Crucis e’ vietata alle mountain bike cosi’ e’ necessario proseguire per la strada asfaltata passando comunque da Santa Maria del Monte, borgo artistico – storico – religioso patrimonio dell’UNESCO.
Il Forte di Orino ospita i resti di una batteria in ‘’barbetta’’ e lo si raggiunge su largo sentiero sterrato, molto frequentato da pedoni. La discesa per raggiungere il sentiero 310 e’ piuttosto ripida e tecnica. Arrivati a valle un sentiero lungo ca 20 km senza particolari pendenze viaggia nei paesi di Orino, Castel Cabaglio, Sarona, Cuveglio, Casalzuigno (Villa Della Porta Bozzolo – FAI) fino a giungere a Cittiglio.

La salita su asfalto porta al passo del Cuvignone ma a Vararo il trail prende un largo sentiero che circonda il Monte Nudo per giungere poi al passo. Si scende quindi per S.Antonio e Arcumeggia su asfalto ma poco prima di questa località, resa famosa per i dipinti di famosi pittori che adornano le case del paese, si prende la sterrata che porta a San Martino. Vale la pena di salire per pochi metri alla omonima chiesa per ammirare il panorama sulla Valcuvia e il Campo dei Fiori. Ora si scende per pochi chilometri su asfalto fino ad arrivare alle rovine della ex caserma Cadorna. Proseguendo sulla larga sterrata in discesa, sulla destra e’visibile il sistema fortificato di Vallalta con gallerie, camminamenti e postazioni di armi automatiche. Questo luogo e’ suggestivo e vale una visita per comprendere la complessità delle opere di difesa che collegano Cassano Valcuvia a San Martino.

Il sentiero porta al borgo di San Michele, dove una fontanella ed il ristoro e’ disponibile per l’ultimo rifornimento. Si prosegue a sinistra sulla strada militare sterrata che porta alla sella poco sotto il monte Pian Nave da dove e’ possibile ammirare il panorama sul lago Maggiore e il Monte Rosa.

A meta’ della discesa verso Muceno si prende per il sentiero che porta verso Brezzo di Bedero. Il percorso costeggia la Collegiata di San Vittore, antica chiesa romanica, per poi scendere a Germignaga. Mancano 8 km per giungere al termine del trail passando dal lungolago di Luino e Colmegna. Arrivati a Maccagno si attraversa il borgo medioevale e la linea di arrivo e’ posta presso “Il Cinzanino” la palestra di roccia alla fine del paese.
www.lineacadornatrail.com

Comments  (1)

  • Photo of Il_ranocchio
    Il_ranocchio May 21, 2020

    Bellissima spiegazione storica e molto dettagliata, consigli da darci?
    Che avremmo l'intenzione di percorrere il suo stesso tragitto , quantigiorni servono circa ?
    E costo delle rispettive dimore di soggiorno ?
    Cordiali saluti

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