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JESI CENTRO STORICO - Trekking urbano

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Trail stats

Distance
3.74 mi
Elevation gain
243 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
243 ft
Max elevation
339 ft
TrailRank 
59
Min elevation
170 ft
Trail type
Loop
Moving time
one hour 18 minutes
Time
one hour 39 minutes
Coordinates
1036
Uploaded
January 20, 2023
Recorded
January 2023
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near Jesi, Marche (Italia)

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Itinerary description

Jesi una città tutta da scoprire.
Jesi, una città marchigiana in provincia di Ancona, scrigno di storia, arte, cultura in mezzo alle colline, a metà strada tra il mare e la montagna. Le sue origini sono antiche: da colonia romana nel 247 a.C, ha visto nascere Federico II di Svevia nel 1194 e il compositore Giovanni Pergolesi nel 1710.

Circondata da una cinta muraria fra le meglio conservate della regione ha il titolo di “Città esemplare” Unesco per la capacità di preservare un patrimonio secolare architettonico, artistico e culturale altamente suggestivo.

Waypoints

PictographMonument Altitude 316 ft
Photo ofPARCO PUBBLICO JESI - MONUMENTO AI CADUTI Photo ofPARCO PUBBLICO JESI - MONUMENTO AI CADUTI

PARCO PUBBLICO JESI - MONUMENTO AI CADUTI

Partiamo dal parcheggio antistante il monumento ai caduti dei Giardini Pubblici siti in Via Felice Cavallotti e ci dirigiamo verso il centro cittadino

PictographMonument Altitude 275 ft
Photo ofARCO CLEMENTINO Photo ofARCO CLEMENTINO Photo ofARCO CLEMENTINO

ARCO CLEMENTINO

L’Arco Clementino è un arco trionfale (1734) eretto dagli jesini in onore di papa Clemente XII, in segno di gratitudine per l’abolizione del dazio sul grano e per la sistemazione della strada che collega Nocera Umbra all’Adriatico (l’attuale Statale 76). L’Arco delimita l'addizione rinascimentale e settecentesca che si sviluppa lungo l’attuale corso Matteotti fino all’Arco del Magistrato. Costituisce ormai una sorta di porta d’ingresso al centro storico per chi arriva da Roma, dall’Umbria o dalle Grotte di Frasassi.

PictographWaypoint Altitude 273 ft
Photo ofCORSO MATTEOTTI Photo ofCORSO MATTEOTTI

CORSO MATTEOTTI

Passato l'Arco Clementino continuiamo lungo Via Matteotti fino ad arrivare alla zona pedonale con la nuova pavimentazione recentemente terminata. Corso Matteotti, dagli Jesini chiamato semplicemente “Il Corso”, è oggi la più importante arteria commerciale del centro storico nonché, nella parte pedonale, luogo della passeggiata.

PictographMonument Altitude 272 ft
Photo ofCHIESA DI SAN NICOLO'

CHIESA DI SAN NICOLO'

La chiesa di San Nicolò è uno dei monumenti più antichi della città di Jesi (AN), nelle Marche. Sorge circa a metà di Corso Matteotti, col suo fianco sinistro chiude Piazza Pergolesi. Risalente al XII secolo, venne gestita dai Templari, poi dalla Confraternita del Sangue Giusto e infine, ancor oggi, dai Padri Carmelitani. Sconsacrata, viene utilizzata per mostre ed eventi culturali.

PictographMonument Altitude 279 ft
Photo ofPIAZZA GIOVAN BATTISTA PERGOLESI Photo ofPIAZZA GIOVAN BATTISTA PERGOLESI Photo ofPIAZZA GIOVAN BATTISTA PERGOLESI

PIAZZA GIOVAN BATTISTA PERGOLESI

La nuova Piazza G.B. Pergolesi è parte del progetto della Riqualificazione Architettonica di corso Matteotti e piazza della Repubblica a Jesi. Elemento peculiare della realizzazione della piazza è stato sicuramente lo spostamento del gruppo scultoreo liberty di Giovambattista Pergolesi: 20 tonnellate traslate di circa 18 metri su binari in acciaio hanno permesso alla città di Jesi da un lato di avere un vero spazio pubblico utilizzabile dai cittadini e dall’altro di valorizzare il gruppo scultoreo attraverso un sistema di sedute che ne permettono la percezione a 360 gradi, così come voluto dallo scultore Lazzerini nel 1910. Il gruppo scultoreo è ora anche allineato con l’asse che collega piazza Pergolesi a piazza della Repubblica che ospita il teatro omonimo.

PictographWaypoint Altitude 273 ft
Photo ofPALAZZO PIANETTI Photo ofPALAZZO PIANETTI Photo ofPALAZZO PIANETTI

PALAZZO PIANETTI

Palazzo Pianetti è un antico palazzo nobiliare della città di Jesi, nelle Marche. Oggi è sede della Pinacoteca civica. Era l'antica residenza di città dei Marchesi Pianetti, nobile e prestigiosa famiglia aggregata all'aristocrazia jesina dal 1659. Palazzo Pianetti, sede della Pinacoteca Civica dal 1981, è un significativo esempio di architettura settecentesca. Iniziato a metà ‘700 su commissione della nobile famiglia Pianetti di Jesi, acquisì l’aspetto attuale a metà del secolo successivo, quando fu ristrutturato in occasione del matrimonio di Vincenzo Pianetti con una discendente degli Azzolino. Al primo piano, destinato alla rappresentanza, si trovano la celebre Galleria degli Stucchi, uno dei massimi esempi di rococò nell’Italia centrale, e le stanze decorate con le storie di Enea. Al secondo piano, invece, vi sono gli ambienti di vita della famiglia Pianetti: sale, studioli, salotti, camere da letto e bagni, tutti decorati in stile ottocentesco con temi galanti e scene arcadiche. Nel cortile interno del palazzo si può ammirare un classico esempio di giardino all’italiana, elemento di cerniera con il paesaggio naturale circostante.

PictographWaypoint Altitude 293 ft
Photo ofPIAZZA DELLA REPUBBLICA Photo ofPIAZZA DELLA REPUBBLICA Photo ofPIAZZA DELLA REPUBBLICA

PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Anche la principale Piazza Jesina è stata messa a nuovo ed è stata riposizionata al centro la fontana dei Leoni che era in Piazza Federico II. In pratica La Fontana dei Leoni, realizzata per portare l’acqua pubblica nel 1844 venne poi spostata nel 1949 per fare spazio alle autocorriere. Oggi ha ritrovato la sua sede originaria. Piazza della Repubblica Rispecchia lo spirito della città moderna di fine ‘700. Il Teatro Pergolesi fa da sfondo scenografico alla piazza, mentre sui lati si affacciano la Chiesa dell’Adorazione, già dell’Orazione e della Morte in quanto apparteneva alla confraternita il cui compito era di assistere i carcerati e i condannati a morte e il Palazzo Magagnini con ampio portico sovrastato da un balcone belvedere.

PictographMonument Altitude 292 ft
Photo ofChiesa dell'Adorazione o Morte Photo ofChiesa dell'Adorazione o Morte Photo ofChiesa dell'Adorazione o Morte

Chiesa dell'Adorazione o Morte

La chiesa, già dell'Orazione e Morte, nel XVI sec. apparteneva alla Confraternita dei Poveri e della Morte, il cui compito istituzionale era l'assistenza ai carcerati e la sepoltura dei morti. L’edificio venne rinnovato nelle forme attuali nel settecento. Dal 1940 la chiesa è centro dell'Adorazione perpetua dell'Eucarestia, da cui il nome attuale. Da notare sulla facciata in cotto, il fantasioso loculo nelle forme di una grande clessidra alata, simbolo della fugacità del tempo e della vita.

PictographWaypoint Altitude 288 ft
Photo ofCosta Mezzalancia (Scalette della Morte) Photo ofCosta Mezzalancia (Scalette della Morte) Photo ofCosta Mezzalancia (Scalette della Morte)

Costa Mezzalancia (Scalette della Morte)

Aggirarsi alla scoperta di questa città significa esplorare una realtà ricca di arte e di storia, fra monumenti, musei, biblioteche, racchiusi nelle possenti mura cittadine costellate da sontuosi palazzi nobiliari in una trama intricata di vicoli, piazzette e scalinate. Tra queste ultime spicca la singolare “scalinata della morte” ai quali molti attribuiscono il nome per l’asprezza della salita, ma che in realtà la tradizione vuole derivi dalla presenza in cima alla salita della cosiddetta Chiesa dell’Adorazione conosciuta anche come Chiesa della Morte perché officiata dalla Confraternita dei Poveri e della Morte il cui compito istituzionale era l’assistenza ai carcerati e la sepoltura dei defunti. In fondo alle scalette si trova, ad opera dell’architetto Baccio Pontelli, il torrione di Mezzogiorno, chiamato così perché rivolto a sud ed edificato nella prima parte del XV secolo sotto il pontificato di Nicolò V.

PictographMonument Altitude 206 ft
Photo ofTORRIONE DI MEZZOGIORNO Photo ofTORRIONE DI MEZZOGIORNO Photo ofTORRIONE DI MEZZOGIORNO

TORRIONE DI MEZZOGIORNO

Il torrione di Mezzogiorno, chiamato così perchè rivolto a Sud, fu edificato nella prima parte del XV secolo (nel 1454) dall'architetto militare Baccio Pontelli sotto il pontificato di Nicolò V. Ancora oggi superstite, rappresenta un tipico torrione quattrocentesco ed è il più bello e moderno della cinta muraria jesina. Di forma poligonale, presentava delle aperture rotonde, oggi tamponate, chiamate troniere, attraverso le quali partivano i colpi delle armi da fuoco per la funzione difensiva tipica del torrione

PictographMonument Altitude 187 ft
Photo ofPORTA VALLE Photo ofPORTA VALLE Photo ofPORTA VALLE

PORTA VALLE

E' la porta delle mura cittadine più a "VALLE" rispetto alle altre. Notare che la porta non segue la direzione delle mura, ma crea come un rettangolo separato dal resto. Le vecchie mura vennero abbattute per creare quelle odierne che inglobarono una fonte d'acqua che si trova alla sx appena si passa sotto di essa.

PictographReligious site Altitude 202 ft
Photo ofChiesa di San Pietro Apostolo Photo ofChiesa di San Pietro Apostolo Photo ofChiesa di San Pietro Apostolo

Chiesa di San Pietro Apostolo

È tra le più antiche chiese di Jesi. Si fa risalire la sua fondazione al periodo longobardo ed è stata probabilmente la prima pieve della città e della diocesi. La chiesa attuale è stata ricostruita intorno alla metà del ‘700 a seguito di un violento incendio che ha distrutto il precedente edificio di stile gotico. La scenografica scalinata d’ingresso e la facciata munita di due piccole torri campanarie fanno di questa chiesa uno dei più armoniosi edifici religiosi settecenteschi di Jesi. All’interno sono custoditi interessanti quadri dei secoli XVII e XVIII.

PictographMuseum Altitude 205 ft
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Museo delle Arti della Stampa

INFORMAZIONI UTILI Orari di apertura: Mercoledì - giovedì - venerdì : 10-13 Dal 4/07 al 3/09/2022: Giovedì - venerdì - sabato : 10-13 Ingresso: €3.00 Ridotto: €1.00 (bambini/ragazzi dai 6 ai 25 anni) Gratuito: bambini da 0 a 5 anni, soci ICOM, disabili e accompagnatori. Per i gruppi la prenotazione è consigliata. Visite guidate solo su prenotazione. Il Museo delle Arti della Stampa di Jesi è stato istituito nel 2000 per documentare la lunga e importante tradizione tipografica della città che ha visto per prima la nascita, nella regione Marche, di una tipografia e, contestualmente, la stampa di una delle prime edizioni della Divina Commedia, nel 1472, ad opera del tipografo Federico de’ Conti. Il museo ha sede nel cinquecentesco Palazzo Pianetti Vecchio e si sviluppa in un ampio e luminoso salone dove, in uno scenario suggestivo e di grande effetto visivo, sono esposti torchi e macchine da stampa di varie epoche insieme a libri rari e di pregio. Pertanto il percorso museale evidenzia e approfondisce i due aspetti che caratterizzano l'invenzione che ha cambiato la storia del sapere umano: i macchinari tipografici e i libri come prodotto finale. I volumi esposti ripercorrono la storia del libro a stampa dagli incunaboli a bellissimi esemplari del XIX secolo, attraverso i loro caratteri estrinseci: frontespizio, formato, iniziali ornate, marche tipografiche, legature e illustrazioni. Tra questi è da sottolineare la presenza di alcune edizioni aldine, alcuni esemplari di una rara raccolta di avvisi e gazzette e di almanacchi, uno splendido esemplare dell’edizione bodoniana dell’Iliade del 1808 e altri ancora. I torchi, le macchine da stampa, gli strumenti tipografici quali compositoi, vantaggi, matrici, una interessante collezione di caratteri mobili conservati nelle casse originali ripercorrono la storia della stampa dal punto di vista tecnologico, dalla stampa piana con un torchio ligneo del XVIII secolo a quella piano-cilindrica, dalla composizione manuale con i caratteri mobili a quella meccanica con la linotype. Il materiale esposto è tutto di provenienza locale: infatti i torchi, i macchinari e gli strumenti tipografici sono di tipografie jesine o di paesi limitrofi. Il Museo delle Arti della Stampa è un museo vivo, dinamico e ha in sé grandi potenzialità; alcuni torchi tipografici e per la stampa d’arte, con la relativa strumentazione, sono funzionanti e vengono messi a disposizione sia delle scuole, per le quali sono proposti dei laboratori didattici, che di coloro che si avvicinano alla conoscenza delle tecniche tipografiche o di stampa d’arte antiche (xilografia, calcografia e litografia). Il museo conserva anche gli archivi delle tipografie da cui provengono i macchinari esposti. Tali archivi sono consultati da studenti e da studiosi e sono una inesauribile fonte documentaria di notizie relative alla vita pubblica, politica e sociale e alle attività private, legate a più di 100 anni di storia, e non solo.

PictographReligious site Altitude 202 ft
Photo ofSito religioso

Sito religioso

PictographWaypoint Altitude 181 ft
Photo ofWaypoint

Waypoint

PictographWaypoint Altitude 196 ft
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PictographWaypoint Altitude 235 ft
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PictographWaypoint Altitude 262 ft
Photo ofTeatro Studio Valeria Moriconi - Ex Chiesa San Floriano - P.ZZA FEDERICO II Photo ofTeatro Studio Valeria Moriconi - Ex Chiesa San Floriano - P.ZZA FEDERICO II Photo ofTeatro Studio Valeria Moriconi - Ex Chiesa San Floriano - P.ZZA FEDERICO II

Teatro Studio Valeria Moriconi - Ex Chiesa San Floriano - P.ZZA FEDERICO II

L'ex Chiesa di S. Floriano è la più importante della città sotto il profilo storico e religioso; qui si svolgevano le più importanti cerimonie pubbliche tra cui, il 4 maggio, la presentazione del Palio da parte dei Castelli di Jesi in segno di sottomissione alla città. La chiesa subì nel corso del tempo varie trasformazioni. L'aspetto attuale è frutto del rifacimento avviato nel XVIII sec. Negli stipiti della porta d'ingresso sono tuttora visibili alcune pietre intagliate in stile romanico della chiesa medievale. Oggi, la chiesa, sconsacrata nel 1860, è sede del Teatro Studio e del Centro Studi dedicati all’attrice jesina Valeria Moriconi. Teatro Studio Valeria Moriconi Il Teatro Studio è stato inaugurato nel maggio 2002 nell’ex-chiesa che fin dal secolo XII era dedicata a San Floriano, compatrono della comunità civica jesina, ed era stata “teatro” delle più importanti cerimonie pubbliche tra cui, il 4 maggio di ogni anno, la presentazione del Palio da parte dei Castelli di Jesi in segno di sottomissione alla città. Per questa chiesa Lorenzo Lotto realizzò splendide opere quali la Deposizione (1512), il Trittico dell’Annunciazione (1527) e la Pala di Santa Lucia (1532), che ora si possono ammirare nella Pinacoteca Civica. L’attuale forma a pianta centrale – con grande cupola a base ovale, profonda abside emicicla e due cappelle principali voltate a tutto sesto – deriva dalla trasformazione avviata nel 1743 sulla precedente struttura. Ad affrescare la cupola con le Storie di San Francesco venne chiamato nel 1855 Luigi Mancini, lo stesso pittore jesino che aveva dipinto l’ingresso di Federico II per il sipario storico del Teatro Pergolesi. A questo proposito, un altro collegamento significativo va evidenziato: i lavori per la nuova sistemazione degli interni e dello scalone del convento annesso alla chiesa di San Floriano, completati nel 1784 su disegno di Francesco Maria Ciaraffoni, furono così apprezzati in città che pochi anni dopo, nel 1790, allo stesso architetto fanese fu commissionato il progetto per il nuovo Teatro della Concordia. La chiesa fu sconsacrata e indemaniata dopo il 1860, a seguito dei decreti Valerio, e divenne sede della Biblioteca e Pinacoteca Comunali. La nuova destinazione teatrale coglie e valorizza la suggestione scenografica, tipica del modello barocco della chiesa, accentuata dalla ricca decorazione pittorica ottocentesca in finti marmi. La progettazione del nuovo allestimento per il Teatro Studio è stata affidata a Italo Rota (n. 1952), architetto milanese noto a livello internazionale, che ha creato all’interno della struttura tardobarocca una sorta di scenografia teatrale permanente, funzionale e al tempo stesso giocosa, dal segno marcatamente contemporaneo, ma capace di interagire con gli elementi architettonici e decorativi d’epoca: un ambiente di grande suggestione per “studiare” e sperimentare modi diversi di far teatro.

PictographWaypoint Altitude 267 ft
Photo ofDuomo (Cattedrale di San Settimio) - PIAZZA FEDERICO II Photo ofDuomo (Cattedrale di San Settimio) - PIAZZA FEDERICO II Photo ofDuomo (Cattedrale di San Settimio) - PIAZZA FEDERICO II

Duomo (Cattedrale di San Settimio) - PIAZZA FEDERICO II

Il duomo è dedicato a San Settimio, primo vescovo di Jesi e patrono della città. La prima cattedrale viene eretta nell’area dove, probabilmente, sorgeva in epoca romana un tempio pagano. Nella prima metà del XIII secolo, viene costruita una nuova cattedrale in stile romanico-gotico. Di questo edificio restano due pregevoli leoni in pietra di Verona che sorreggevano le colonne del protiro; oggi collocati all’interno reggono le acquasantiere. La cattedrale è completamente ricostruita nel ‘700, mentre la nuova facciata viene completata soltanto un secolo dopo (1889). L’interno si presenta a navata unica e grande cupola emisferica, secondo il gusto neoclassico. Nel presbiterio si segnala un cippo marmoreo romano, trasformato in altare cristiano nel 1082 che reca scolpiti i simboli degli evangelisti. Nelle varie cappelle laterali, aperte nel ‘700 per volontà dei nobili jesini, si possono ammirare pregevoli dipinti. Da non perdere il fonte battesimale (sec. XV) al quale fu battezzato Giovanni Battista Pergolesi il 4 gennaio 1710.

PictographWaypoint Altitude 316 ft
Photo ofPIAZZA FEDERICO II Photo ofPIAZZA FEDERICO II Photo ofPIAZZA FEDERICO II

PIAZZA FEDERICO II

Piazza Federico II è una delle più importanti della città marchigiana di Jesi, in provincia di Ancona. Sorta sul luogo dell'antico Foro romano, all'incrocio fra il Cardo e il Decumano massimi, subì vari cambiamenti durante il corso dei secoli fino a raggiungere la sua conformazione attuale tra il XVII e il XVIII secolo. Era la piazza centrale della città, luogo di rappresentanza del potere comunale, dove si svolgevano le grandi cerimonie pubbliche, sia civili che religiose, come per esempio il Palio di San Floriano, la maggiore di esse. I comuni del Contado, i Castelli di Jesi, una volta l'anno, il 4 maggio (Festa del Patrono San Floriano) erano chiamati a presentare il Palio insieme al pagamento dei tributi, in segno di sottomissione e di rispetto a Jesi. Il 26 dicembre 1194 vi nacque Federico II di Svevia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, il quale concesse grandi privilegi e riconoscimenti a Jesi, conferendole il titolo di Città Regia.

PictographPanorama Altitude 233 ft
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Panorama

PictographPhoto Altitude 232 ft
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PictographPanorama Altitude 229 ft
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Panorama

PictographWaypoint Altitude 239 ft
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PORTA BERSAGLIERI - MURA CITTADINE

PictographCastle Altitude 202 ft
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TORRIONE MONTIROZZO

Il Montirozzo è il torrione più suggestivo delle Mura, tanto da diventare l'emblema della città. Costruito nel '400 è posto ad oriente sulla punta più avanzata delle mura. Il profilo verticale e slanciato è dovuto all'aggiunta seicentesca di un torricino di raccordo a due piani, mentre la base scarpata a pianta ottagonale fa corpo con il sottostante pendio naturale.

PictographWaypoint Altitude 252 ft
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PALAZZO MARCELLI FLORI

In via delle Terme, venne ricavato dall’adattamento di edifici preesistenti acquistati nel 1749 da Giacomo Marcelli-Flori. In seguito il palazzo è stato ampliato ed abbellito con interventi che ne hanno valorizzato la struttura. Attualmente presenta all’interno grandi sale, alcune delle quali decorate con belle prospettive architettoniche, e all’esterno, oltre finestre con cornici mistilinee, il portale con il caratteristico mascherone dal ghigno intimidatorio

PictographWaypoint Altitude 277 ft
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GIARDINI DELLE “CARCERETTE”

I GIARDINI DELLE “CARCERETTE” situati in via Posterna, nei pressi delle vecchie Carceri cittadine, possiamo salire al torrione che sovrasta Via Costa del Montirozzo. Dal Torrione possiamo vedere parte della città e del vecchio borgo

PictographWaypoint Altitude 246 ft
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Waypoint

PictographMuseum Altitude 261 ft
Photo ofMuseo Federico II Stupor Mundi - PIAZZA FEDERICO II Photo ofMuseo Federico II Stupor Mundi - PIAZZA FEDERICO II Photo ofMuseo Federico II Stupor Mundi - PIAZZA FEDERICO II

Museo Federico II Stupor Mundi - PIAZZA FEDERICO II

Il Museo Federico II, allestito nello storico Palazzo Ghislieri, è il primo museo al mondo a rievocare la vita e l'opera dell'Imperatore Stupor Mundi. I visitatori potranno scoprire il meraviglioso mondo di Federico II di Svevia, attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio. Sono presenti installazioni interattive, animazioni tridimensionali, contenuti multimediali e ricostruzioni architettoniche e sartoriali. Inoltre, il museo dispone di ben sedici sale tematiche per vivere in prima persona le battaglie dell'imperatore che ha cambiato la Storia e conoscere i suoi castelli. Nella prima sala viene raccontata la nascita di Federico II: secondo la tradizione, Costanza D'Altavilla diede alla luce il suo primo figlio il 26 dicembre 1194, nella piazza della cattedrale di San Floriano, dove oggi sorge Palazzo Ghislieri. La seconda sala, invece, è dedicata alla famiglia e alla dinastia dell'imperatore: i suoi genitori, Enrico VI e Costanza D'Altavilla insieme ai nonni prendono vita attraverso miniature e dipinti. Arrivati nella terza sala i visitatori scopriranno che l'imperatore è rimasto orfano a soli 4 anni. Viene poi protetto dal papa Innocenzo III, che diventa suo tutore. In seguito, viene incoronato Re di Germania nel 1215, dopo aver sposato Costanza D'Aragona. La quarta sala racconta che Federico II è stato anche imperatore del Sacro Romano Impero. Inoltre, i visitatori potranno ammirare una ricostruzione della Basilica di San Pietro di epoca romanica, luogo in cui l'imperatore è stato incoronato insieme alla moglie Costanza. La quinta sala mostra la Sicilia di Federico, caratterizzata da differenti influssi culturali e architetture arabo-normanne. Nella sesta sala i visitatori sapranno che Federico II decise di trasferire i saraceni di Sicilia, ribellatesi a lui, in Puglia, a Lucera. Qui fece edificare il Palatium, in cui riunì sapienti musulmani, e conquistò la fiducia dei Saraceni, riconoscendogli privilegi e libertà di culto. La settima sala è un viaggio virtuale all'interno dei castelli e delle residenze reali che l'imperatore ha lasciato nel regno di Sicilia. In particolare, i visitatori sono invitati a entrare dentro il Castel del Monte. Nell'ottava sala i visitatori scopriranno l'universo di Federico II legislatore. Potranno ammirare la porta di Capua detta anche delle Due Torri, dove sono raffigurati, oltre all'imperatore, i giuristi della sua corte, Taddeo da Sassa e Pier della Vigna, che lo aiutarono nella stesura della famosa raccolta di leggi: Le Costituzioni di Melfi del 1231. La nona sala è destinata ai quattro papi che hanno attraversato la vita di Federico, da quelli pù favorevoli come Innocenzo III fino a quelli a lui ostili, come Gregorio IX. Nella decima sala Ermanno di Salza, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici, illustra ai visitatori la crociata dell'imperatore, avvenuta tra il 1228 e il 1229. E' stata l'unica crociata che si è conclusa positivamente e in modo pacifico. Nell'undicesima sala il figlio Enzo, al comando dell'esercito imperiale come vicario del padre, narra il periodo più difficile per il padre Federico, a causa della ribellione dei comuni del Nord Italia. La dodicesima sala è dedicata all'opera più famosa di Federico II: "De arte venandi cum avibus" (L’arte di cacciare con gli uccelli rapaci), articolata in sei libri che i figli Enzo e Manfredi fecero copiare. L'imperatore, a causa della sua morte, non riuscì a terminare l'opera che all'epoca non ebbe successo. Recentemente, invece, è stata riscoperta ed è ancora oggi apprezzata da etologi, naturalisti e falconieri. Nella tredicesima sala viene presentata l'altra faccia di Federico, non solo uomo di stato, ma anche fine intellettuale e studioso, alla costante ricerca della conoscenza. Nella quattordicesima sala Federico racconta di sè ai visitatori ed espone gli ideali che hanno guidato la sua vita e le sue scelte. La quindicesima sala ricostruisce gli aspetti della sua vita privata e della discendenza dell'imperatore: i suoi matrimoni e le vicende tragiche dei suoi eredi. Arrivati nell'ultima sala i visitatori conosceranno le due opposte definizioni con cui Federico è passato alla storia: Stupor Mundi e Anticristo. Entrambe le definizioni portarono alla nascita del mito sulla sua straordinaria figura.

PictographMonument Altitude 272 ft
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PALAZZO DELLA SIGNORIA

Palazzo della Signoria Conosciuto anche come Palazzo del Governatore perché fino all'unità d'Italia fu sede del Magistrato Pontificio, venne costruito a fine '400 da Francesco di Giorgio Martini nel classico stile del tempo. Sulla facciata spicca l'altorilievo del leone rampante simbolo della città e a sinistra dell'ingresso una lastra di marmo, voluta da papa Alessandro VI, che riporta le misure ufficiali della "Repubblica Aesina". Il cortile, opera di Andrea Sansovino, è decisamente interessante con loggiati sui due piani che ancora conservano numerosi affreschi e il grande pozzo di Giovanni di Gabriele da Como. La Biblioteca Comunale Planettiana, collocata nel rinascimentale Palazzo della Signoria, fu fondata nel 1859 grazie alla donazione della libreria del Marchese Angelo Ghislieri e prende il nome dal prezioso fondo librario ed archivistico donato dalla famiglia Pianetti al Comune di Jesi. Al suo interno sono custoditi numerosi fondi antichi (manoscritti, incunaboli, cinquecentine), frutto di significative donazioni e depositi da parte di enti e di privati, che insieme ai fondi moderni compongono un patrimonio librario di notevole consistenza quantitativa e qualitativa. Ad esso si affiancano l'Archivio Storico Comunale e numerosi archivi di enti e di privati, che vengono frequentemente consultati per ricerche e studi sulla storia locale e non.

PictographWaypoint Altitude 304 ft
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PIAZZA INDIPENDENZA

PictographWaypoint Altitude 313 ft
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PIAZZA DELLE MONNIGHETTE

In estate punto d'incontro per spettacoli e movida Jesina

PictographWaypoint Altitude 260 ft
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PictographWaypoint Altitude 269 ft
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PictographPanorama Altitude 258 ft
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Panorama

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