Dolomiti di Braies: Val di Fanes, Lago di Limo e Col Bechei dal tornante Sant’Uberto della SS 51 d'Alemagna
near Fiames, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Ciaspolata lunga su una delle “vette ciaspolabili” più belle e panoramiche del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies.
Però qui le vette belle sono veramente tante, ed è difficile fare una classifica.
È un itinerario da considerare difficile per le ciaspole, e l’ho valutato “molto difficile” non solo per pendenze ed esposizioni (paragonabili ad altri itinerari che ho indicato come “difficili”), ma considerando pure la valutazione del manto nevoso nel finale.
Bisogna partire solo in condizioni di manto nevoso ben assestato e considerando – se si vuole arrivare in vetta – la possibilità di procedere su qualche tratto senza ciaspole, e pure con i ramponi se le condizioni di giornata non sono proprio quelle attese: comunque direi che una piccozza pesa poco ed è l’attrezzo più utile.
Oggi tutto ok come da attese, ma il finale è da valutare sempre con attenzione per le ciaspole.
Salita odierna dal parcheggio di Sant’Uberto al Lago di Limo
È un unico segnavia CAI fino al bivio che sta appena sotto il Passo di Limo: il numero 10, con attenzione (per chi non conosce la zona) ai vari bivi che si incontrano.
I bivi sono ben segnalati da cartelli, e oggi non c’era alcun cartello completamente sepolto dalla neve.
Dopo aver preso la destra al bivio con la Val Travenanzes, la traccia era abbastanza battuta da poter salire senza ciaspole fino al bivio alto per la scorciatoia di discesa a Pian dai Šente poco oltre i 1600 metri di quota.
Qui la stradetta iniziale continua ancora un po’, e poi si esce dal bosco coprente e il sentiero passa a destra direzione salita rispetto all’impluvio della Val di Fanes.
Avanzando c’è un lungo tratto pianeggiante con qualche leggero saliscendi, e poi il sentiero-traccia si alza sulla destra rispetto all’impluvio per superare il salto di fondo valle.
Tutto facile e “lunghetto” fino al bivio con la diramazione per il Passo di Limo.
A questo bivio si va a destra e molto dolcemente si arriva alla piccola ex Caserma Mario Feruglio, e poco oltre con tratto pianeggiante al Lago di Limo.
Oggi non ho divagato fino al Passo di Limo perché il programma della salita al Col Bechei era già abbastanza lungo di suo.
Oggi non ho ciaspolato sopra il Lago di Limo perché il piano ghiacciato e coperto di neve era collassato, e non ci tenevo a fare … la figura del “pollo surgelato”.
Salita dal Lago di Limo alla vetta del Col Bechei
Per gran parte si sta più o meno sulle tracce del sentiero estivo che ovviamente non è visibile.
Qui scrivo le mie impressioni con la neve, ma la neve non è sempre messa allo stesso modo e il tutto può variare.
Si inizia seguendo il cartello che indica di costeggiare il lato sud del Lago di Limo.
C’è subito un primo balzo ripido ma non troppo che si può addolcire con una lunga diagonale che punta verso nord-est.
Poi c’è un breve tratto in pendenza normale che va sotto dei saltini di roccia superabili con un ripido più sostenuto come pendenza ma più breve del primo.
Sopra questo secondo balzo si incontra un “super ometto” in posizione molto panoramica accanto a una panchina.
Oggi la panchina era parzialmente scoperta, ma potrebbe non essere affatto visibile – l’ometto, invece, per la sua posizione sul bordo del salto e per la sua dimensione sarà sicuramente sempre visibile.
Qui inizia un tratto che definire spettacolare per le ciaspole è dir poco: è una larghissima-dolcissima-sinuosa bancata lunga più di un km che sale piano-piano fin sotto il pendio terminale dell’anticima ovest del Col Bechei – questa è BELLA veramente, sia in salita che in discesa.
Si arriva sotto il pendio terminale su una spianata in “posizione dominante” dove, non a caso, si trova una ex postazione d’artiglieria della Grande Guerra – oggi il tutto era quasi sepolto dalla neve, ma “ravanando nella neve” sono riuscito a leggermi le tabelle che spiegano la storia del sito.
Dalla ex postazione di artiglieria all’anticima ovest sono circa 180 metri di dislivello, e in realtà non ho “pestato” l’anticima per evitare le cornici.
È una gran profondità in caso di scivolate, e ci sono tratti di pendenza sicuramente sui 30°, e per come si mette la neve qualche metro qua e là poco oltre i 30° si troverà.
Qui bisogna valutare – in base alle condizioni di giornata – se salire da subito con le ciaspole o meno.
Se si sale con le ciaspole bisogna rifare la valutazione per la discesa successiva.
Appena sotto il piccolo manufatto con il pannellino solare dell’anticima ovest, ho piegato a destra superando una breve costa arrotondata non difficile ma ben esposta, e sono arrivato subito in vista della dorsale finale per la vetta del Col Bechei.
Si vede subito che la dorsale è larga e non troppo pendente, però qui il vento “ne combina di tutti i colori”: grandi cornici da un lato, oggi un paio di lastroni su tratti per fortuna quasi pianeggianti, un paio di depositi di neve soffice inconsistente, ecc.
Oggi niente di veramente difficile, ma la linea di passaggio buona era ben più ristretta di quello che sembrava a un primo colpo d’occhio: tenere sempre ben presente l’esposizione e cosa si ha sotto gli scarponi.
Infine, SPETTACOLO PURO alla Croce di vetta: spettacolo ben conosciuto e credo anche ben frequentato d’estate, forse un po’ più esclusivo d’inverno.
**********
Utilizzando lo stesso avvicinamento fino al bivio tra il Passo di Limo e Malga Fanes Grande, si può programmare un’altra super-ciaspolata al Bivacco della Pace sotto il Monte Castello, vedi → Dolomiti d'Ampezzo: Val di Fanes, Vallon Bianco e Bivacco della Pace dal tornante Sant’Uberto della SS 51 d'Alemagna.
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Però qui le vette belle sono veramente tante, ed è difficile fare una classifica.
È un itinerario da considerare difficile per le ciaspole, e l’ho valutato “molto difficile” non solo per pendenze ed esposizioni (paragonabili ad altri itinerari che ho indicato come “difficili”), ma considerando pure la valutazione del manto nevoso nel finale.
Bisogna partire solo in condizioni di manto nevoso ben assestato e considerando – se si vuole arrivare in vetta – la possibilità di procedere su qualche tratto senza ciaspole, e pure con i ramponi se le condizioni di giornata non sono proprio quelle attese: comunque direi che una piccozza pesa poco ed è l’attrezzo più utile.
Oggi tutto ok come da attese, ma il finale è da valutare sempre con attenzione per le ciaspole.
Salita odierna dal parcheggio di Sant’Uberto al Lago di Limo
È un unico segnavia CAI fino al bivio che sta appena sotto il Passo di Limo: il numero 10, con attenzione (per chi non conosce la zona) ai vari bivi che si incontrano.
I bivi sono ben segnalati da cartelli, e oggi non c’era alcun cartello completamente sepolto dalla neve.
Dopo aver preso la destra al bivio con la Val Travenanzes, la traccia era abbastanza battuta da poter salire senza ciaspole fino al bivio alto per la scorciatoia di discesa a Pian dai Šente poco oltre i 1600 metri di quota.
Qui la stradetta iniziale continua ancora un po’, e poi si esce dal bosco coprente e il sentiero passa a destra direzione salita rispetto all’impluvio della Val di Fanes.
Avanzando c’è un lungo tratto pianeggiante con qualche leggero saliscendi, e poi il sentiero-traccia si alza sulla destra rispetto all’impluvio per superare il salto di fondo valle.
Tutto facile e “lunghetto” fino al bivio con la diramazione per il Passo di Limo.
A questo bivio si va a destra e molto dolcemente si arriva alla piccola ex Caserma Mario Feruglio, e poco oltre con tratto pianeggiante al Lago di Limo.
Oggi non ho divagato fino al Passo di Limo perché il programma della salita al Col Bechei era già abbastanza lungo di suo.
Oggi non ho ciaspolato sopra il Lago di Limo perché il piano ghiacciato e coperto di neve era collassato, e non ci tenevo a fare … la figura del “pollo surgelato”.
Salita dal Lago di Limo alla vetta del Col Bechei
Per gran parte si sta più o meno sulle tracce del sentiero estivo che ovviamente non è visibile.
Qui scrivo le mie impressioni con la neve, ma la neve non è sempre messa allo stesso modo e il tutto può variare.
Si inizia seguendo il cartello che indica di costeggiare il lato sud del Lago di Limo.
C’è subito un primo balzo ripido ma non troppo che si può addolcire con una lunga diagonale che punta verso nord-est.
Poi c’è un breve tratto in pendenza normale che va sotto dei saltini di roccia superabili con un ripido più sostenuto come pendenza ma più breve del primo.
Sopra questo secondo balzo si incontra un “super ometto” in posizione molto panoramica accanto a una panchina.
Oggi la panchina era parzialmente scoperta, ma potrebbe non essere affatto visibile – l’ometto, invece, per la sua posizione sul bordo del salto e per la sua dimensione sarà sicuramente sempre visibile.
Qui inizia un tratto che definire spettacolare per le ciaspole è dir poco: è una larghissima-dolcissima-sinuosa bancata lunga più di un km che sale piano-piano fin sotto il pendio terminale dell’anticima ovest del Col Bechei – questa è BELLA veramente, sia in salita che in discesa.
Si arriva sotto il pendio terminale su una spianata in “posizione dominante” dove, non a caso, si trova una ex postazione d’artiglieria della Grande Guerra – oggi il tutto era quasi sepolto dalla neve, ma “ravanando nella neve” sono riuscito a leggermi le tabelle che spiegano la storia del sito.
Dalla ex postazione di artiglieria all’anticima ovest sono circa 180 metri di dislivello, e in realtà non ho “pestato” l’anticima per evitare le cornici.
È una gran profondità in caso di scivolate, e ci sono tratti di pendenza sicuramente sui 30°, e per come si mette la neve qualche metro qua e là poco oltre i 30° si troverà.
Qui bisogna valutare – in base alle condizioni di giornata – se salire da subito con le ciaspole o meno.
Se si sale con le ciaspole bisogna rifare la valutazione per la discesa successiva.
Appena sotto il piccolo manufatto con il pannellino solare dell’anticima ovest, ho piegato a destra superando una breve costa arrotondata non difficile ma ben esposta, e sono arrivato subito in vista della dorsale finale per la vetta del Col Bechei.
Si vede subito che la dorsale è larga e non troppo pendente, però qui il vento “ne combina di tutti i colori”: grandi cornici da un lato, oggi un paio di lastroni su tratti per fortuna quasi pianeggianti, un paio di depositi di neve soffice inconsistente, ecc.
Oggi niente di veramente difficile, ma la linea di passaggio buona era ben più ristretta di quello che sembrava a un primo colpo d’occhio: tenere sempre ben presente l’esposizione e cosa si ha sotto gli scarponi.
Infine, SPETTACOLO PURO alla Croce di vetta: spettacolo ben conosciuto e credo anche ben frequentato d’estate, forse un po’ più esclusivo d’inverno.
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Utilizzando lo stesso avvicinamento fino al bivio tra il Passo di Limo e Malga Fanes Grande, si può programmare un’altra super-ciaspolata al Bivacco della Pace sotto il Monte Castello, vedi → Dolomiti d'Ampezzo: Val di Fanes, Vallon Bianco e Bivacco della Pace dal tornante Sant’Uberto della SS 51 d'Alemagna.
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Waypoints
Waypoint
4,705 ft
01 - Parcheggio presso il tornante Sant'Uberto della SS 51 d'Alemagna
Waypoint
4,459 ft
03 - Bivio con uscita da pista da fondo verso Val Travenanzes e Val di Fanes
Waypoint
4,897 ft
05 - Bivio Val Travenanzes - Val di Fanes in località Lagušiei
Waypoint
7,755 ft
13 - Grande ometto e panchina alla fine del secondo ripido in salita verso il Col Bechei
Waypoint
8,520 ft
15 - Ex postazione di artiglieria alla base del pendio finale dell'anticima ovest del Col Bechei
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