Val di Fleres (Pflerschtal): Monte Muro (Maurerspitz - Maurerspitze) dal parcheggio P5 dopo S. Antonio (St. Anton)

Ciaspolata a uno dei vari Monte Muro che ci sono in giro per le Alpi, in questo caso quello a cui ci si riferisce in lingua tedesca con Maurerspitz o Maurerspitze.
Per la valutazione di difficoltà ho tenuto conto della vetta come obiettivo: la crestina finale non è per esperti dal punto di vista alpinistico, ma a mio giudizio è da valutare tale se parametrata alla media degli itinerari possibili con ciaspole, comprendendo anche quelli con qualche breve tratto dove bisogna per forza togliere le ciaspole.
Se non si va in vetta e ci si ferma alla piccola sella poco più a est del Passo di Farma o Pfarmbeiljoch, la difficoltà (sempre con buona neve) diventa media con lunghissimi tratti molto facili, potenzialmente “quasi difficile” solo per gli ultimissimi metri verso sinistra direzione salita dove serve più attenzione per la profondità di esposizione.

Salita alla piccola sella poco più a est del Passo di Farma o Pfarmbeiljoch e alla base della crestina finale per il Monte Muro (Maurerspitz - Maurerspitze)
Dal parcheggio si imbocca la stradina con le indicazioni per il Rifugio Cremona e il Rifugio Tribulaun e si prosegue a lungo fino al ponticello dove, verso destra, c’è l’indicazione di prosecuzione per il Rifugio Cremona.
Qui si continua verso sinistra con tornantone e si va avanti sempre comodamente fino al pianoro con il rudere della Grubenalm.
Oggi la stradina era ben innevata e battuta, e ho mantenuto i ramponcini fino a pochi metri prima dell’area della Grubenalm dove ho iniziato a sprofondare.
Dai 1893 metri di quota della Grubenalm si apre il lungo e largo vallone Grubenalpe che conduce fino al pendio finale del Monte Muro con direzione sempre verso sud.
C’è un primo facile balzo che nasconde la vista verso il pendio finale, e poi si continua con altri facili cambi di pendenza stando dal lato sinistro direzione salita (almeno la maggioranza delle tracce era da quel lato, ma ce n’erano anche verso destra).
Con un ultimo e più lungo tratto piano si arriva a una depressione di pochi metri di dislivello che sta sotto il pendio finale per il Passo di Farma e la sella obiettivo per la vetta del Monte Muro.
In direzione arrivo, sulla destra il pendio è punteggiato di massi ed è più diretto e ripido, mentre a sinistra si va su più dolcemente ma poi bisogna fare un traverso per ricollegarsi sulla linea giusta del finale.
Ho scelto di stare a sinistra (anche se dovevo poi fare un traverso) per poter arrivare alla base della crestina finale con il minimo sforzo possibile per le gambe, che devono “essere ben ferme” per la salitina alla vetta.
Nell’ultimo tratto bisogna per forza portarsi un po’ più verso il Passo di Farma e poi tagliare a sinistra in diagonale verso la sella obiettivo poco più a est.

Risalita della crestina finale per la Croce di vetta del Monte Muro (Maurerspitz - Maurerspitze)
Serve neve ben stabilizzata (oggi bollettino valanghe molto favorevole) e bisogna avere i ramponi nello zaino che oggi ho calzato subito senza dubbi.
Oggi c’era un camminamento di neve compattissima, senza tratti di roccia scoperta e senza la benché minima riga di ghiaccio.
In pratica non ho dovuto inventarmi nulla, “passando sul lavoro degli altri” in una giornata perfetta.
Rimane l’esposizione notevole.
Premesso che non verrà in mente a nessuno di guardare il terminale GPS in questo tratto, ho marcato un waypoint di vetta, ma gli altri due waypoint tra la sella e la vetta li ho inseriti poi manualmente a occhio solo per creare due “contenitori di foto”.
Sulla cresta non mi era possibile manovrare il terminale GPS con una sola mano senza il pericolo di sbilanciarmi (o … di perderlo), mentre con attenzione ci sono più possibilità con la fotocamera se già preimpostata e con un buon grip di impugnatura, ma … CON ATTENZIONE!

Note sulla discesa di rientro con deviazione alla Cascata Inferno o Wasserfall zur Hӧlle
Dopo aver visto il gran vallone dall’alto si capisce che è ben interpretabile in discesa.
Le linee che ho seguito in discesa sono buone solo per la discesa anche se corrono vicine ad altre tracce di salita che sicuramente sono valide.
Poi, visto che c’era tempo, ho fatto una deviazione in basso verso la Cascata Inferno o Wasserfall zur Hӧlle.
È chiaro che al 10 marzo non può essere nella “vigorosa” e ben soleggiata-colorata versione estiva, ma ha il suo fascino anche nell’ombreggiato momento del disgelo.
È un salto di 48 metri oggi ancora in gran parte ghiacciato, e c’è stato un crollo parziale proprio mentre giravo la schiena per ripartire dal belvedere di osservazione.